L’entrata in vigore della direttiva europea sulle case green, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’UE l’8 maggio 2024, ha acceso i riflettori sulla situazione attuale del patrimonio immobiliare italiano. L’Enea, analizzando il panorama edilizio nazionale, ha evidenziato le criticità che potrebbero richiedere interventi significativi per raggiungere gli obiettivi di risparmio energetico previsti dalla nuova direttiva europea, nota come Energy Performance of Buildings Directive (EPBD).

Il rapporto “La consistenza del parco immobiliare nazionale”, frutto di un attento studio condotto dall’Enea, offre un quadro dettagliato del patrimonio immobiliare italiano sia a uso residenziale sia terziario, ponendo particolare attenzione alla performance energetica media degli edifici. Questo studio rappresenta un passo fondamentale per la definizione delle misure previste dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC), in linea con le direttive europee.

Secondo Nicolandrea Calabrese, responsabile del Laboratorio Enea di Efficienza Energetica negli Edifici e Sviluppo Urbano, il report costituisce “un punto di partenza essenziale per tracciare scenari di intervento e riqualificazione energetica del patrimonio edilizio italiano, allineandosi alle nuove normative europee.”

Ilaria Bertini, direttrice del Dipartimento Enea di Efficienza Energetica, ha ricordato l’importanza delle normative che mirano a rendere l’UE climaticamente neutrale entro il 2050, con obiettivi intermedi di riduzione delle emissioni del 55% entro il 2030. Bertini ha sottolineato che “l’Italia dovrà affrontare il percorso verso questi obiettivi, considerando che gli edifici nell’UE rappresentano il 40% del consumo energetico finale e il 36% delle emissioni di gas serra”. Ha inoltre evidenziato l’urgenza di definire la consistenza e la prestazione energetica del parco immobiliare italiano, con l’obiettivo della decarbonizzazione entro il 2050, un traguardo ambizioso ma necessario.

Il report dell’Enea indica che in Italia ci sono circa 12 milioni di edifici a uso residenziale, di cui oltre il 60% ha più di 45 anni. Questa vetustà del parco edilizio rappresenta una sfida significativa, soprattutto in vista della necessità di migliorare l’efficienza energetica degli edifici, molti dei quali sono stati costruiti prima dell’entrata in vigore delle prime normative sul risparmio energetico, come la Legge 373/1976.

Analizzando i dati del Sistema Informativo sugli Attestati di Prestazione Energetica (Siape), l’Enea ha rilevato un miglioramento delle prestazioni energetiche degli immobili certificati, con una riduzione delle classi energetiche meno efficienti (F e G) di oltre il 4% per il settore residenziale e dell’1,5% per quello non residenziale. Tuttavia, per raggiungere l’obiettivo della decarbonizzazione entro il 2050, sarà necessario un piano di riqualificazione progressiva degli edifici, e il Siape rappresenterà uno strumento fondamentale per monitorare questo processo.

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